La principale categoria utile per descrivere la solidificazione della società industriale è quella di classe sociale.
Essa fu portata all'attenzione dei sociologi da Karl Marx, il quale sosteneva come dei sociologi da Karl Marx, il quale sosteneva che le disuguaglianze sociali possono essere ricondotte a un'unica causa originaria: il tipo di rapporto che ciascun gruppo sociale intrattiene con i mezzi di produzione della ricchezza.
Secondo Marx la stratificazione sociale si modella dunque su differenza di tipo economico tra le persone tra i gruppi sociali, mentre tutte le disuguaglianze di altro tipo possono essere spiegate sulla base di tale differenze.
Marx la stratificazione della società industriale si articola di conseguenza, nel suo nucleo fondamentale, in due soli strati, che egli chiama,classe sociali:
-borghesia (coloro che detengono la proprietà dei mezzi di produzione)
-proletariato (coloro che possiedono solo la propria forza lavoro)
Egli, in verità, abbia accolto nella società industriale una stratificazione di classe ben più complessa di questa, ma pensava che la borghesia è preletariato fossero, in virtù proprio della loro posizione rispetto al possesso dei mezzi di produzione, le uniche due classi sociali realmente protagoniste della storia e dell'evoluzione della società.
La stessa società industrializzata si è fatta con il tempo molto più articolate e complessa, e sono divenuti di uso comune concetti come quelli di classe media, piccola borghesia, che non trovano posto nella semplice contrapposizione tra una classe che detiene le proprietà dei mezzi di produzione e una classe che non la detiene.
Marx individuò nella società industriale la posizione occupata nel mondo del lavoro sia un aspetto determinante dello status di ciascun individuo.
Le diverse classi sociali oggi vengono identificate e non più in base al rapporto che intrattengono con i mezzi di produzione, ma più in generale in base alla posizione che occupano all'interno della divisione sociale del lavoro.
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